Roberto Mussapi nació en Cúneo (Piamonte) en 1952 y reside en Milán.
Entre otros libros, ha publicado: Gita meridiana, Antartide y La stoffa dell'ombra e delle cose.
Entre otros libros, ha publicado: Gita meridiana, Antartide y La stoffa dell'ombra e delle cose.
AS
TEARS GO BY, OFELIA
a Marianne Faithfull
a Marianne Faithfull
Luego fueron sílabas aquellas que habían sido
palabras
y versos que me desgarraban la garganta,
pedazos, grumos de vozsangre
de toda imagen que antaño había sido,
ahora perdida en el fondo bajo arena
vidriada.
E inhallable como quien es mudo
de golpe y con la voz su mirada ha perdido
por un dolor que sólo puedes intuir
en esa córnea de repente vacía,
o como de golpe a ciento sesenta en un túnel
con el pie hipnotizado en el acelerador
y yo, yo, lengua quebrada, yo, ahogada.
He interpretado a Ofelia, conozco la locura,
y sé que te golpea por exceso de amor,
cuando tus ojos no sostienen una silla
si ves en su paja las tramas de oro,
y el aura de aquella cátedra y su luz,
y los beatos que se posaron en inconsciente
plegaria,
si tiemblas por una persona que se sienta
y se acerca al centro del fango y de los
grandes ríos,
y sé qué significa exceso de amor,
cuando aquel al que amas se disipa y calla,
o no consigue responderte, y tú mueres,
por extinción, deshidratada en piedra.
Yo estoy ahogada en la charca y subida
entre hojas caídas, muertas y siemprevivas,
desde el fondo limoso subiendo a la luz,
desde el fondo he encontrado génesis y amor,
ahora que vuelve a ser mía, en mí, mi voz,
nada que pedir, subir despacio
como la linfa del cálamo a la flor
después de ser estrangulada por el invierno y
por el hielo
entre hojas podridas, y el rito humoral
asciende a los campos y al oro de las
gavillas
entre casa y casa, entre las luces y las
calles.
Conozco la locura y estoy ahogada,
y ahora sé que era solamente amor.
AS TEARS GO BY, OFELIA
A Marianne Faithfull
Poi furono sillabe quelle che erano state parole
e versi che mi straziano la gola,
pezzi, grumi di vocesangue
di ogni immagine che un tempo era stata,
ora persa nel fondo sotto sabbia vetrata.
E introvabile come che è muto
di colpo e con la voce il suo sguardo è perduto
per un dolore che puoi solo intuire
in quella cornea all'improvviso vuota,
o come di colpo ai centosessanta in galleria
col piede in ipnosi sull'acceleratore
e io, io lingua franta, io affogata.
Ho recitato Ofelia, conosco la pazzia,
e so che ti colpisce per eccesso d'amore,
quando i tuoi occhi non reggono una sedia
se vedi nella sua paglia le trame d'oro,
e l'aura di quello scranno e la sua luce,
e i beati che si posarono in inconscia preghiera,
se tremi per una persona che si siede
e si avvicina al centro del fango e dei grandi fiumi,
e so che cosa significa eccesso d'amore,
quando colui che ami dilegua e tace,
o non riesce a risponderti, e tu muori,
per estinzione, disidratata in pietra.
Io sono affogata nello stagno e risalita
tra foglie cadute in morte e semprevive
dal fondo melmoso risalenti alla luce,
dal fondo ho ritrovato genesi e amore,
ora che torna mia, in me, la mia voce,
niente da chiedere, risalire adagio
come la linfa dal calamo al fiore
dopo che fu strozzata dall'inverno e dal gelo
tra foglie marcite, e il rito umorale
ascende ai campi e all'oro dei covoni
tra casa e casa, tra le luci e le strade.
Conosco la pazzia e sono affogata,
e adesso so che era soltanto amore.
AS TEARS GO BY, OFELIA
A Marianne Faithfull
Poi furono sillabe quelle che erano state parole
e versi che mi straziano la gola,
pezzi, grumi di vocesangue
di ogni immagine che un tempo era stata,
ora persa nel fondo sotto sabbia vetrata.
E introvabile come che è muto
di colpo e con la voce il suo sguardo è perduto
per un dolore che puoi solo intuire
in quella cornea all'improvviso vuota,
o come di colpo ai centosessanta in galleria
col piede in ipnosi sull'acceleratore
e io, io lingua franta, io affogata.
Ho recitato Ofelia, conosco la pazzia,
e so che ti colpisce per eccesso d'amore,
quando i tuoi occhi non reggono una sedia
se vedi nella sua paglia le trame d'oro,
e l'aura di quello scranno e la sua luce,
e i beati che si posarono in inconscia preghiera,
se tremi per una persona che si siede
e si avvicina al centro del fango e dei grandi fiumi,
e so che cosa significa eccesso d'amore,
quando colui che ami dilegua e tace,
o non riesce a risponderti, e tu muori,
per estinzione, disidratata in pietra.
Io sono affogata nello stagno e risalita
tra foglie cadute in morte e semprevive
dal fondo melmoso risalenti alla luce,
dal fondo ho ritrovato genesi e amore,
ora che torna mia, in me, la mia voce,
niente da chiedere, risalire adagio
come la linfa dal calamo al fiore
dopo che fu strozzata dall'inverno e dal gelo
tra foglie marcite, e il rito umorale
ascende ai campi e all'oro dei covoni
tra casa e casa, tra le luci e le strade.
Conosco la pazzia e sono affogata,
e adesso so che era soltanto amore.