Nicola Napolitano nació en Casale di Carinola (Caserta) en 1914 y murió en Formia en 2003.
Entre otros libros, ha publicado: Non si torna indietro, Viandante y Disegnare il tuo nome.
DESDE MI SILLA DE RUEDAS…
Desde mi silla de ruedas, en la terraza
contemplo a menudo el Massico.
Tengo piedad de mí mismo:
ya no veré Casale,
ya no veré Solviano.
Allí pasé la niñez:
jugaba, excavando pequeñas grutas
en las paredes del camino.
Allí pasé la tempestuosa juventud.
Trabajaba en el campo:
las esperanzas truncadas.
Oscuridad.
Luego,
otras esperanzas nacieron.
Pasó la guerra,
hubo una nueva luz: los estudios, la licenciatura,
la enseñanza.
Ya no veré Mondragone,
ya no veré Roccamonfina.
Todo ha pasado.
Tengo piedad de mí mismo.
DALLA SEDIA A ROTELLE…
Dalla sedia a rotelle, sul terrazzo
guardo spesso il Massico.
Ho pietà di me stesso:
non vedrò più Casale,
non vedrò più Solviano.
Vi passai la fanciullezza:
giocavo, scavando grotticelle
nelle pareti della via.
Vi passai la tempesta giovinezza.
Lavoravo in campagna:
stroncate le speranze.
Buio.
Poi,
altre speranze si riaccesero.
Passò la guerra,
fu nuova luce: gli studi, la laurea
l’insegnamento.
Non vedrò più Mondragone,
non vedrò più Roccamonfina.
Tutto è passato.
Ho pietà di me stesso.
Entre otros libros, ha publicado: Non si torna indietro, Viandante y Disegnare il tuo nome.
DESDE MI SILLA DE RUEDAS…
Desde mi silla de ruedas, en la terraza
contemplo a menudo el Massico.
Tengo piedad de mí mismo:
ya no veré Casale,
ya no veré Solviano.
Allí pasé la niñez:
jugaba, excavando pequeñas grutas
en las paredes del camino.
Allí pasé la tempestuosa juventud.
Trabajaba en el campo:
las esperanzas truncadas.
Oscuridad.
Luego,
otras esperanzas nacieron.
Pasó la guerra,
hubo una nueva luz: los estudios, la licenciatura,
la enseñanza.
Ya no veré Mondragone,
ya no veré Roccamonfina.
Todo ha pasado.
Tengo piedad de mí mismo.
DALLA SEDIA A ROTELLE…
Dalla sedia a rotelle, sul terrazzo
guardo spesso il Massico.
Ho pietà di me stesso:
non vedrò più Casale,
non vedrò più Solviano.
Vi passai la fanciullezza:
giocavo, scavando grotticelle
nelle pareti della via.
Vi passai la tempesta giovinezza.
Lavoravo in campagna:
stroncate le speranze.
Buio.
Poi,
altre speranze si riaccesero.
Passò la guerra,
fu nuova luce: gli studi, la laurea
l’insegnamento.
Non vedrò più Mondragone,
non vedrò più Roccamonfina.
Tutto è passato.
Ho pietà di me stesso.